Comunicato stampa del Coordinamento Progetto Eurasia: presidio anti-NATO davanti alla base di Ghedi (BS)30 marzo 2008
Oggi, domenica 30 marzo 2008, una rappresentanza del Coordinamento Progetto Eurasia effettuerà un presidio simbolico davanti alla base militare NATO Response Force (“a reazione rapida”) di Ghedi (BS), per diversi motivi.
Innanzitutto abbiamo scelto la base di Ghedi perché essa rappresenta clamorosamente l’assenza di sovranità dell’Italia in quanto nazione solo formalmente indipendente.
A Ghedi, infatti, circa 150 soldati statunitensi del 704° Munitions Support Squadron (MUNSS) sono addetti alla custodia e manutenzione di 40 testate nucleari B61, collocate in undici “rifugi” sotterranei e sulle quali le autorità italiane non hanno nessun tipo di controllo.
E questo, nonostante con il referendum del 1987 il popolo italiano avesse escluso come fonte di energia l’uso del nucleare …
Ghedi è stata la principale base operativa dalla quale sono partite le missioni di attacco contro l’Iraq nella prima guerra del Golfo Persico (1991), contro la Repubblica Serba di Bosnia (1995) e contro la Federazione Jugoslava, di cui proprio in questi giorni è stato celebrato il nono anniversario (24 marzo 1999).
Da Ghedi sono partite le strutture logistiche per la missione di aggressione all’Afghanistan (2001).
Il presidio compiuto proprio oggi, serve a ricordare che nei prossimi giorni (2-4 aprile) la NATO terrà il suo incontro-vertice a Bucarest, allo scopo di delineare le strategie di espansione ad Est dell’Alleanza Atlantica e il progetto dello scudo antimissile statunitense, ma con la chiara finalità di accerchiare la Russia.
Compiere un presidio anti-NATO proprio oggi, nel bel mezzo di una campagna elettorale inutile, in quanto elude il tema fondamentale delle 115 basi militari con le quali gli Stati Uniti occupano l’Italia, rappresenta perciò un invito agli italiani ad astenersi dal voto.
Manifestando perciò oggi davanti a Ghedi, il Coordinamento Progetto Eurasia chiede che tutte le strutture militari USA-NATO presenti in Italia vengano smantellate e che le 90 testate nucleari sotto controllo statunitense siano rimosse dal nostro territorio e portate sul suolo americano.
Le forze armate italiane, invece, dovranno entrare a far parte di un nuovo esercito popolare europeo, libero dal comando nordamericano e volto ad assicurare la pace in tutto il Continente eurasiatico, d’intesa con i veri alleati dell’Europa oggi riuniti nell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai.
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